Se nell’ultimo episodio vi abbiamo salutato dalla vetta di Monte Novo San Giovanni, nel cuore della Barbagia, oggi faremo rotta verso sud ovest alla volta della splendida Costa del Sinis, terra che ha dato i natali alla scrittrice Michela Murgia. Dopo un viaggio di circa due ore e un quarto da Olbia, raggiungiamo la borgata marina di San Giovanni di Sinis, che si trova a poca distanza dall’area archeologica di Tharros.

Parcheggiamo la nostra auto in uno sterrato antistante ad uno degli edifici di culto cristiano più antichi della Sardegna. Dove prima sorgeva una necropoli pagana, fu edificata la chiesa paleocristiana di San Giovanni Battista. Costruita intorno al VI secolo con blocchi di reimpiego provenienti dalla città di Tharros, venne ampliata tra il IX ed il XII secolo d.C.. Al suo interno si possono ammirare: un crocifisso, un tabernacolo ligneo, i preziosi resti di una decorazione pittorica e un’acquasantiera finemente scolpita a bassorilievo con volti d’angelo e un pesce, simbolo caro al Cristianesimo. Usciamo dalla piccola chiesa e camminiamo sulla via che conduce verso la piazza per cercare i luoghi che Michela Murgia descrive nel suo Libro “Ricordatemi come vi pare”. Nel romanzo la scrittrice racconta del suo trasferimento da Cabras a San Giovanni, quando sua madre decise di aprire qui un negozio di artigianato. “Ci trasferiamo, io sono piccola, ho nove anni, mio fratello otto. Uscivamo con le biciclette. Gli altri bambini collezionavano le figurine Panini, io collezionavo le piume dei fenicotteri. Andavamo dove quegli uccelli rosa si nascondevano, li spaventavamo facendoli alzare e rubavamo le piume che cadevano dalla frenesia dello sbatter d’ali del volo.” Prendiamo spunto dal romanzo della Murgia “Viaggio in Sardegna”, per scoprire l’itinerario più affascinante e panoramico di tutta la costa del Sinis... "...quello che partendo dalla grande torre aragonese che domina il piccolo insediamento di San Giovanni, percorre l’intero perimetro di capo San Marco, la penisola a goccia che chiude a nord il Golfo di Oristano. In quel punto preciso il mare si trova , miracolosamente , sia a destra che a sinistra di chi osserva, offrendo spesso lo spettacolo di un panorama schizofrenico, agitato da alte onde da un lato e calmissimo dall’altro; ...camminando lentamente si può godere a 360° di incredibili scorci di mare cristallino, calette nascoste di sabbia sottile, rifugi di tartarughe e lepri selvatiche nella macchia mediterranea, l’incedere diffidente di un gruppo residenziale di capre al pascolo, la suggestione del grande faro all’estremo del promontorio e la visione dall’alto delle rovine archeologiche di Tharros”. Percorriamo il sentiero sterrato in salita che conduce verso l’affascinante Torre spagnola. Da qui si può ammirare uno dei panorami più suggestivi della Sardegna ed avere una sensazione di controllo visivo di tutto il territorio circostante. Costruita alla fine del XVI secolo, la sua funzione è ancora oggi percepibile e con lo sguardo si spazia dall’orizzonte del mare all’entroterra sinuoso del Sinis. Restando in silenzio a contemplare l’orizzonte, si ha la sensazione di aprire una finestra sul mar Mediterraneo. Volgendo lo sguardo verso la costa, ammiriamo dall’alto l’interessantissima area archeologica di Tharros, così decidiamo di scendere a valle per scoprire l’antica città baciata dal mare.
L’antica città di Tharros sorge all’interno del Golfo di Oristano, situata all’estremità della penisola del Sinis. Fondata dai cartaginesi nel VII secolo a C., divenne ben presto una delle città più importanti del Mediterraneo. Secoli prima, questo luogo era stato scelto dalle comunità nuragiche per le sue risorse naturali e per la presenza di un approdo sicuro, protetto dai forti venti di maestrale: un luogo ideale dove intraprendere scambi commerciali e culturali con le altre popolazioni. Mentre camminiamo sulle strade in arenaria e in basalto che attraversano i quartieri della città punico-romana proviamo l’emozione di fare un viaggio nel tempo: ci soffermiamo ad osservare ciò che resta delle abitazioni, delle botteghe artigiane, degli edifici termali e dei templi. Tutti questi elementi un tempo componevano il paesaggio di un centro vivo e dinamico, a due passi dal mare e circondato da un panorama mozzafiato. È ormai giunta l’ora di pranzo e questo viaggio nella storia di Tharros ci ha fatto venire fame. Così torniamo indietro lungo il percorso che dall’area archeologica conduce verso San Giovanni e ci fermiamo in uno dei caratteristici locali in legno e canne che avevamo notato all’andata per la sua lavagnetta posta all’entrata che proponeva come piatto del giorno: spaghetti alla bottarga di Cabras. Ovviamente li ordino, mentre Andrea opta per un calamaro alla griglia con verdure, che vediamo cucinare in diretta sul barbecue a fiano al nostro tavolo. Non c’è dubbio: per entrambi è stata un’ottima scelta. Saliamo in macchina e ci mettiamo in viaggio verso l’entroterra della Penisola del Sinis, alla ricerca di un piccolo paese avvolto nel silenzio: il villaggio di San Salvatore, sorto in un’area sacra sin dall’ età nuragica e trasformato negli anni 60/90’ in set di famosi film western. Deserto tutto l’anno, il borgo si anima tra la fine di agosto e i primi di settembre per le celebrazioni religiose. Durante questo periodo i fedeli partecipano ogni giorno ad una sentita via crucis in lingua sarda che si svolge lungo le vie del paesino. Il fulcro del piccolo centro è la chiesa dedicata a Gesù Salvatore, completata alla fine del Settecento. Ci spostiamo dalla chiesa ed andiamo ad esplorare il piccolo centro. Passeggiando tra le sue stradine sterrate ed assolate si ha la sensazione di trovarsi proprio nel far west. La somiglianza a paesaggi americani di frontiera ha fatto sì che San Salvatore sia diventato a seconda dell’esigenza del regista, un villaggio dell’Arizona o del New Messico.
E mentre il sole del pomeriggio batte ancora sulle persiane colorate delle piccole case intorno alla piazza della chiesa di San Salvatore, siamo rapiti dal fascino di questo luogo dimenticato dal tempo.
Sullo sfondo, il suono della campana della chiesa pare sussurrarci i segreti custoditi da secoli di storie e di vite vissute. Ci lasciamo trasportare dalla fantasia, immaginando le strade deserte animarsi di figure misteriose, mentre il vento gioca tra le case abbandonate, portando con sé echi di racconti di frontiera e di avventure senza fine. Oggi vi vogliamo salutare da qui , dopo abbiamo respirato la storia e la cultura di questi luoghi, sentendoci parte di un viaggio nel tempo che ci ha arricchito profondamente. I segreti di San Giovanni di Sinis, l'antica magnificenza di Tharros e l'atmosfera intatta di San Salvatore sono diventati parte di noi, un tesoro che custodiremo per sempre nella memoria. Dai un’occhiata al VIDEO dell'episodio:
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