CASTELSARDO, la città dell’intreccio.

Vivi con noi la storia di uno splendido borgo costiero, passeggiando tra mura medievali, sale espositive e stradine dove la tradizione rivive ogni giorno, a due passi da incantevoli spiagge!

 Il nucleo principale del borgo è costituito dal Castello, arroccato su un promontorio che domina il Golfo dell’Asinara.

Dalle sue mura fortificate si gode di un paesaggio suggestivo sul Golfo. 

Da un lato osserviamo la marina di Castelsardo: pochi i tratti sabbiosi, un arenile color crema con fondale cristallino punteggiato di scogli piatti. Dall’altro una distesa di mare blu che si staglia verso il cielo e scorgiamo in lontananza i rilievi della Corsica. 

Alla base delle mura di cinta si trova una stradina panoramica che costeggia le rosse scogliere, da cui si può ammirare la nobile imponenza del borgo. 

Degna di nota è la splendida cattedrale di sant’Antonio Abate (1586), con la torre campanaria a picco sul mare, chiusa da una cupola maiolicata. 

Per raggiungere il cuore pulsante della città fortificata, grazie ai suoi bastioni, bisogna percorrere le ripide e panoramiche scalinate che si inerpicano verso il castello.

È una domenica mattina di settembre e camminando tra gli stretti vicoli, con la luce del sole che filtra solo in alcuni punti, tra le antiche case con le persiane e le finestre semiaperte, si ha la sensazione di fare un salto indietro nel tempo.

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I suoni sono quelli di un borgo vivo che pullula ancora di turisti, il profumo di cibo che proviene dai ristoranti e le trattorie locali ci invita ad una sosta ristoratrice. 

Scegliamo di pranzare in centro, in un ristorante molto caratteristico e siamo accolti da Luciano e Roberto, che ci presentano il loro menu del giorno a base di pesce e ci parlano della loro esperienza nella ristorazione.  Alla fine siamo molto soddisfatti della nostra scelta. 

Dopo pranzo decidiamo di fare un giro tra i negozietti di artigianato e rimaniamo incuriositi dalle sapienti mani di zia Peppina, un’anziana cestinaia che ci racconta la sua storia e ci spiega la tecnica dell’intreccio dei cestini, tipica del posto.  Ci piace proprio la piccola corbula di fieno marino che sta finendo di intrecciare, così ne approfittiamo per acquistarla e portare con noi un ricordo della giornata.

L’intreccio della città di Castelsardo si configura come un sapere antico non scritto, ma ancora oggi documentato e tramandato dagli abitati del borgo medievale alle nuove generazioni. Nelle vie della città è possibile incontrare le cestinaie - come la nostra zia Peppina - figure storiche e moderne, che al di fuori dall’uscio di casa intrecciano la palma nana, il fieno marino e la rafia. I loro manufatti, esposti ai turisti e ai passanti, riprendono le tecniche, le forme e i decori della antica tradizione ad intreccio di Castelsardo ma altresì richiamano i gusti personali e il talento innovativo dell’artigianato contemporaneo del luogo. 

Continuiamo il nostro tour risalendo le ripide stradine che portano al Castello dei Doria, una fortezza che  sorge in cima a una collina a picco sul mare, che ha attraversato i secoli e resistito al tempo, sempre in ottime condizioni grazie a vari restauri. Ora dentro le sue mura custodisce un patrimonio fatto di tecniche e saperi tramandati fedelmente ed è diventato uno dei simboli dell’artigianato sardo. Il Castello, molto simile a come doveva essere in origine, continua a ‘vivere’ come sede del Museo dell’intreccio Mediterraneo, MIM, luogo ideale per preservare l’antica tradizione dell’intreccio.  La raccolta museale, dedicata ai prodotti artigianali realizzati intrecciando fibre vegetali provenienti dall'intera area mediterranea, si configura come vero e proprio centro di documentazione.  Il percorso si articola su nove ambienti distribuiti su due piani. Al piano inferiore sono ubicate le sale dedicate prevalentemente alle tecniche di lavorazione, mentre al piano superiore si trovano le sale dedicate agli ambiti d'uso. 

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Nel museo sono esposti, principalmente, splendidi pezzi dell'apprezzata cestineria di Castelsardo, quali corbule, canestri, crivelli e setacci.  Particolare spazio è riservato anche ai manufatti realizzati intrecciando fibre vegetali provenienti dalla stessa Sardegna e utilizzati per gli usi della vita quotidiana, la conservazione dei prodotti agricoli, il piccolo allevamento, la pesca e il commercio fino all'ambito magico-religioso, con oggetti e suppellettili di particolare interesse.

Tra i percorsi più suggestivi si annoverano il ripristino del medievale camminamento delle sentinelle, che congiungeva il castello con l'antico convento di San Martino, e il riutilizzo del ponte levatoio dopo il restauro dei Bastioni di Manganella. 

Vi consigliamo di visitarlo perché è un museo unico nel suo genere, per la vastità dell'esposizione, per la particolarità del percorso museale che si svolge all'interno di una fortezza e per la splendida veduta panoramica che si gode dagli spalti.  Pezzo forte della collezione è "su fassoi", imbarcazione realizzata intrecciando giunchi lacustri con fieno palustre e chiodi di canne, utilizzata dai pescatori degli stagni di Cabras e Santa Giusta.  

Dopo la visita al museo continuiamo a vagare tra le viuzze del centro storico, e ci immergiamo nella magica atmosfera medievale che si respira.  

Il pomeriggio sta ormai volgendo al termine e ci fermiamo ancora un po’ per imprimere nella memoria i ricordi della giornata, di fronte ad uno splendido tramonto sul mare.

 


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