Sardegna l'isola dei millenari: alla ricerca dell' Albero più vecchi d'Italia!

La Sardegna, come sappiamo è una terra di centenari, anzi di millenari ed oggi andremo alla ricerca del “Patriarca Verde”.

È una mattina soleggiata di marzo. Saliamo in macchina ed impostiamo il navigatore con destinazione Olivastri millenari di Luras. Percorriamo la Strada Statale 127 Settentrionale Sarda e SP38 in direzione di SP137 a Luras.

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Stiamo percorrendo la tortuosa SP137, una stradina immersa nelle campagne galluresi, in un tratto in salita, quando alla nostra destra si apre un paesaggio mozzafiato:  una immensa vallata verde che ospita nel mezzo il Lago del Liscia, solcato da un battello con una ruota a pala, che ricorda proprio quelli che navigano sul Mississippi.

Il riverbero del sole sulla superficie dell’acqua crea dei riflessi dorati che fanno strizzare gli occhi nella luce brillante del mattino.

Dopo circa 40 minuti abbiamo raggiunto la nostra destinazione: l'olivastro millenario di Luras, nella località di Santu Baltolu di Carana, nei pressi del Lago del Liscia.

Parcheggiamo l’auto e percorriamo un breve sentiero costeggiato da staccionate in legno che ci condurrà verso il “Patriarca verde”.

Si tratta di una secolare pianta di ulivo selvatico (s'ozzastru in sardo)”che è stato dichiarato, nel 2013 con decreto regionale, monumento naturale e rientra nella lista dei venti alberi secolari italiani da tutelare. Magnifico esemplare di età stimata tra i 3.000 e i 4.000 anni e di enormi dimensioni (quasi 14 metri di altezza e circa 19 metri di circonferenza del tronco alla base), è l'albero più vecchio d'Italia e tra i più vecchi d'Europa.

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Dal cuore nodoso del fusto partono alcune lunghe radici emerse, che assicurano saldamente al terreno il gigante verde. La chioma irregolare lambisce il terreno da un lato e si erge dall'altro come a guardare lo stupendo panorama sul lago del Liscia.

Nel momento in cui “il Patriarca Verde” ha messo le sue prime radici, l’impero babilonese era agli inizi della sua storia, Troia stava lentamente cercando di riprendersi dall’invasione dei popoli indoeuropei e Abramo stava lasciando la Mesopotamia, per dirigersi verso la Terra Promessa.

Quando ci troviamo di fronte a questo incredibile monumento naturale, proviamo un misto di stupore e reverenza e cerchiamo di immaginare come questo testimone millenario del severo paesaggio lurese ha osservato silenzioso il trascorrere della storia e le vicende umane dall’epoca nuragica al medioevo, all’età moderna, arrivando fino a noi, a testimoniare la forza e la bellezza della natura che tutti noi siamo chiamati a rispettare e a preservare. Ma anche a far conoscere e valorizzane l’importanza. 

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E noi, da parte nostra, vogliamo farlo cercando di ricreare, attraverso i nostri scatti il nostro racconto e il nostro video, la bellezza e lo stupore che abbiamo vissuto!!


Dai un occhiata al nostro video:

https://youtu.be/7nxivFNqYNU


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