Tour tra i tacchi dell’ Ogliastra : Ulassai e Gairo Vecchio.

Oggi imposteremo il navigatore verso Gairo Vecchio, in Ogliastra che si trova a 180 Km da Olbia.

Dopo circa due ore e mezzo di viaggio raggiungiamo il più celebre "borgo-fantasma" dell'area orientale della Sardegna.  Si dice che il nome "Gairo" abbia un significato simbolico, indicando una "terra in movimento".

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Le sue travagliate vicende, cominciate alla fine del XIX secolo, a causa dell'instabilità del terreno su cui sorgeva, trovarono una conclusione drammatica nell'ottobre del 1951. Intense piogge e venti resero pericoloso il nucleo originario di Gairo, già colpito da frane per decenni, trasformando le strade in impetuosi torrenti e portarono al graduale abbandono del borgo per motivi di sicurezza.


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Le famiglie di Gairo si trasferirono in nuovi insediamenti come:

  • Gairo Sant'Elena;
  • Gairo Taquisara;
  • Cardedu.

Oggi, della "vecchia" Gairo, si possono osservare soltanto i resti degli edifici, disposti lungo viuzze in terra battuta e lastricate, collegate da scalinate e sentieri in pendenza.

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Esplorando a piedi il borgo e scrutando all'interno delle case, è possibile notare caminetti, scale, finestre e pareti intonacate dipinte di blu. Ci si immerge in un'atmosfera senza tempo ammirando abitazioni costruite in granito e unite da fango, malta di calce e sabbia.

Alcuni edifici presentano fino a tre o quattro piani, e ancora oggi su alcune facciate resistono balconcini in ferro battuto. Di tanto in tanto, emergono degli orti, alcuni dei quali sembrano ancora essere curati con attenzione. Immaginiamo i momenti di vita familiare intima di un passato ormai lontano.


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Osserviamo il paese dall’alto di un punto panoramico e la sensazione di abbandono diventa palpabile, osservando la vegetazione che si fa strada tra le rovine, riconquistando spazi che un tempo le appartenevano.

Lasciamo alle nostre spalle Gairo e ci dirigiamo verso la nostra prossima meta: Ulassai, un pittoresco borgo-museo situato nel cuore dell’Ogliastra, a quasi 800 metri di altitudine, circondato da colline calcaree, dette più propriamente “tacchi” che, incarna tradizioni, cultura e delizie culinarie in un territorio ricco di attrazioni.


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Con una notevole percentuale di abitanti longevi tra i suoi 1500 residenti, Ulassai contribuisce a una delle cinque "zone blu" del mondo.

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Iniziamo la nostra visita al paese dalla splendida Stazione dell’arte, che conserva il patrimonio artistico della poliedrica Maria Lai, la figura più illustre di Ulassai.  Tra tutte le performance dell’artista, la più celebre è sicuramente ‘Legarsi alla montagna’ del 1981, quando le case ulassesi e la montagna attorno furono unite con un nastro celeste lungo ventisette chilometri

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Durante la performance Maria Lai annodò, non metaforicamente, ma letteralmente, tutto il paese, un’intera comunità e questa alla sua montagna. L’operazione si ispira ad un fatto realmente accaduto, quando crollò un costone dalla montagna su un’abitazione, tre bambine morirono, tranne una che aveva in mano un nastro azzurro.

Da qui nacque la leggenda che si tramanda di generazione in generazione: per inseguire un filo azzurro che volava in cielo tra i fulmini, una bambina uscì della grotta poco prima del crollo. 

La Stazione dell'Arte, che sorge nei locali dell’ex stazione ferroviaria, posta a valle del paese, è un museo d’arte contemporanea inaugurato nel 2006, in seguito a una donazione da parte dell’artista di oltre centoquaranta opere.  


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La scelta del luogo ben si presta a comunicare uno degli intenti più cari del lavoro dell’artista, ovvero quello di avvicinare l’arte alla gente.

La stazione, infatti, comunemente percepita come luogo di partenze e di arrivi, di incontri, di rapporti umani che si ritrovano e si separano, si trasforma nella cornice ideale in cui ospitare le opere che Maria Lai ha lasciato in eredità al suo paese natale.


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Ci ha affascinato in particolare il “Libro cucito” che racconta la fiaba del dio distratto e delle janas che insegnarono alle donne nuragiche a filare i tessuti.


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Dopo la visita alla Stazione dell’Arte, ci spostiamo al centro di Ulassai, per ammirare le opere del museo a cielo aperto "Maria Lai" che ospita le sculture della Lai e di altri artisti, tra cui “Il Lavatoio” e “Il volo del gioco dell’oca”.  

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Camminando per le vie del centro storico ci immergiamo nell’atmosfera del borgo, per cercare di cogliere ciò che ha ispirato Maria Lai nella realizzazione delle sue opere.

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Percepiamo da subito l’atmosfera di un luogo, protetto dalla sua montagna, che si staglia imponente sullo sfondo, protettiva e severa allo stesso tempo e l’incanto di un paese arroccato tra i tacchi d’Ogliastra, che ha mantenuto intatta nel tempo la sua essenza. 

Altra tappa imprescindibile per una visita a Ulassai è l’escursione alle grotte Su Marmuri, tra le più estese d’Europa, dove stalattiti e stalagmiti sono ancora in costante crescita e dove, durante l’inverno trova rifugio un'importantissima colonia di pipistrelli della specie dei Miniotteri.

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Si tratta della più importante colonia di pipistrelli d'Italia che nella grotta di Ulassai trascorre tutto il periodo del letargo, ed è per questo che non è visitabile durante il periodo invernale.

La grotta di Su Marmuri, con i suoi saloni dalle pareti maestose, laghetti e stalattiti che si uniscono alle stalagmiti formando imponenti colonne, si estende per 850 metri ed è una delle grotte più grandiose d'Europa. 

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Camminare al suo interno è un'esperienza affascinante e misteriosa.

L'atmosfera sotterranea è avvolta da un senso di meraviglia grazie alle formazioni di stalattiti e stalagmiti illuminate da giochi di luce e ombre.

Il rumore delle gocce d'acqua, l'odore di terra e muschio, la temperatura più fresca rispetto all’esterno, contribuiscono a creare un ambiente unico.  Il percorso attraverso le gallerie strette e le sale spettacolari offre continui momenti di stupore, lasciando ai visitatori un'impressione indelebile di bellezza naturale e di avventura.


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Le grotte riversano delle acque sotterranee che, sotto Su Marmuri, creano incredibili cascate.

Quelle di Lecorci, a mezzo chilometro dall’abitato, nascono proprio ai piedi di un tacco, poco al di sotto della grotta di Su Marmuri.  

Il percorso delle acque prosegue sino a valle andando ad abbracciare, dopo tre chilometri, le acque di Lequarci, le altre cascate di Ulassai, le più imponenti della Sardegna.

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Oggi vi vogliamo salutare dalla celebre opera “Cuore Mio il noto cartello stradale di Ulassai installato in verticale, come una bandiera, ad indicare un passaggio simbolico per chiunque varchi quella soglia e si avventuri in un viaggio dentro e fuori sé stesso, alla scoperta di un paese sospeso tra cielo e terra, dove la bellezza è sovrana e l'emozione è padrona di ogni istante.



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