Un viaggio nel tempo all'età del bronzo nell'area archeologica di Arzachena!

È una domenica di marzo ed un timido sole ci invita a prendere la macchina, organizzare un pranzo al sacco e dirigerci verso il nord Sardegna, in provincia di Sassari, in direzione Arzachena alla scoperta dell’importante zona archeologica che si trova in questo territorio.

 Iniziamo la visita partendo dalla Tomba dei giganti Coddu Ecchju, a pochi chilometri dal centro abitato.

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È possibile parcheggiare l’auto in prossimità della biglietteria ed acquistare un biglietto cumulativo per visitare diversi siti archeologici.

La visita avviene in autonomia, seguendo la mappa e le indicazioni contenute nel materiale informativo che ci viene consegnato in biglietteria e nei cartelli informativi che si trovano nel sito.

La Tomba di giganti di Coddu ‘Ecchju è uno splendido esempio di architettura funeraria nuragica. Si tratta di un imponente sepolcro collettivo che probabilmente accoglieva i defunti del vicino villaggio di la Prisgiona.

Perché si chiama la chiamano comunemente Tomba dei Giganti?

Il termine “Tomba dei giganti” è il nome popolare con cui si indicavano tali strutture, per via delle loro grandi dimensioni. Si caratterizzano infatti per un lungo corridoio sepolcrale (dove venivano sepolti i defunti) e da una facciata semicircolare (esedra) che delimita uno spazio cultuale, dove la comunità svolgeva dei rituali in onore dei propri antenati.

Il monumento, risalente all’età del Bronzo, è stato realizzato in due fasi costruttive: ad una tomba a galleria (lunga m 10,50), costruita intorno al 1800 a.C., venne aggiunta l’esedra (presumibilmente tra il1600 e il 1400 a.C.), ovvero uno spazio semicircolare delimitato da una serie di lastre infisse nel terreno con al centro una grande stele centinata (alta m 4,04), decorata da una cornice in rilievo e dotata di un piccolo portello alla base che serviva probabilmente per deporre delle offerte all’interno della tomba.

L’inumazione dei defunti avveniva presumibilmente dall’alto, mediante la rimozione di una delle lastre di copertura del corridoio.

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Il corpo tombale venne incluso in un grande tumulo di terra e pietrame che comprendeva la zona retrostante l’esedra, la quale rivestiva la funzione pratica di contenere il tumulo stesso, ma delimitava anche lo spazio cerimoniale dove si svolgevano riti in onore degli antenati che prevedevano delle offerte, come testimoniano i numerosi recipienti ceramici ritrovati in quest’area.

Il culto degli antenati era di grande importanza nella civiltà nuragica.

Dopo aver visitato il monumento e raccolto materiale fotografico e video da elaborare, continuiamo la nostra passeggiata percorrendo a piedi un sentiero segnato di circa 2 chilomentri che dal parcheggio di Coddu ‘Ecchju conduce verso l’area archeologica di La Prisgiona.

Il complesso nuragico risale all'età del Bronzo ed è costituito da un esteso villaggio che si sviluppa intorno a un nuraghe situato in una posizione strategica e dotata di un'ampia visuale sul territorio circostante.

 Ma sapete qual era la la più probabile funzione dei nuraghi?

 Secondo "l'ipotesi più diffusa" il nuraghe è la residenza fortificata dell'autorità del villaggio, ma tali strutture assolvevano a più funzioni: sicure, protette e nel contempo abitabili, rappresentavano il fulcro politico, sociale, forse anche religioso dell'insediamento ed erano destinati al controllo e alla difesa del territorio circostante e delle risorse presenti.

La vita del villaggio e del nuraghe di La Prigiona, secondo le datazioni acquisite attraverso gli scavi archeologici, abbraccia un lungo arco cronologico che va dal 1400. a.C. circa al 790 a.C., al quale segue, diversi secoli dopo, una breve frequentazione in età romana imperiale.

Il nuraghe la Prisgiona è costituito da una torre centrale (il mastio) e due torri laterali addizionate ai lati di quest'ultima in posizione frontale e inglobate in un bastione al quale si accede tramite un corridoio curvilineo.

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All'interno del mastio è presente un breve atrio sul quale si aprono una nicchia (a destra) e (a sinistra) la scala che porta al piano superiore dove probabilmente era presente un altro vano coronato da un terrazzo. La camera del mastio, di pianta circolare, è alta circa 7 metri ed è coperta a falsa cupola (tholos): la struttura è ottenuta sovrapponendo filari circolari di pietre che si restringono progressivamente fino a chiudersi con una sola pietra sulla sommità.

  • All'interno tre nicchie disposte a croce, ricavate nello spessore murario, erano forse destinate anche a momenti della vita quotidiana, come testimonierebbero alcuni reperti rinvenuti;
  • All’interno della torre centrale si respira un’atmosfera molto particolare, grazie al gioco di luci che filtrano dalla volta e al silenzio quasi mistico, intervallato soltanto dal rumore delle piccole gocce d’acqua che cadono d’all’alto. Immaginiamo che il luogo fosse utilizzato per attività molto importanti.

Non possiamo fare a meno di documentare tutto con qualche scatto e video, sperando di catturare l’intensità del momento!

 Ci dirigiamo così all’esterno della torre e camminiamo accanto alle capanne, disposte l'una vicina all'altra, raggruppate in isolati attraversati da viottoli lastricati che si intersecano.

L'organizzazione degli spazi e le particolarità dei materiali rinvenuti in ciascun ambiente suggeriscono lo svolgersi di attività artigianali specifiche. 

Dopo la visita al complesso archeologico ci fermiamo per un pranzo al sacco nell’area adiacente al complesso archeologico, in un piccolo bosco di lecci e olivastri. 

Mentre camminiamo intorno al nuraghe, tra i sugheri e lecci secolari, nella quiete del pomeriggio, immaginiamo di vivere la vita semplice degli abitanti del sito e proviamo un misto di ammirazione e stupore per la maestosità della costruzione e per la tecnica con cui è stato realizzata, che gli ha consentito di attraversare quasi illeso il tempo e la storia dall’età del Bronzo ad oggi!

 


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* Nota: Le informazioni relative ai siti archeologici citati sono in parte reperite dalle descrizioni contenute nella cartellonistica sita in loco e nel materiale informativo consegnatoci.


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